Chi sono i Paperoni d’Italia?

La ricchezza è senza dubbio una componente che misura l’andamento economico, ma anche sociale, di un paese. Per quanto riguarda l’Italia, tra chi preferisce investire all’estero o nel proprio paese, il 2017 ha lasciato un prospetto chiaro sulla classifica degli impresari più abbienti in assoluto del Belpaese, alcuni dei quali non sono poi così tanto famosi come si potrebbe credere. Calcolando la ricchezza in base al patrimonio, i Paperoni d’Italia che possono aspirare ad essere inclusi tra i più ricchi al mondo sono davvero pochi, anche per via delle ricchezze emergenti che provengono dall’Oriente e per l’enorme divario di affari con gli imprenditori statunitensi. Andiamo di seguito a vedere qual’è la classifica delle personalità più abbienti d’Italia, prendendo sempre in considerazione il dollaro come valuta di riferimento.

Una donna al comando

La persona più ricca d’Italia secondo le ultime stime di Forbes, la rivista statunitense specializzata nelle dinamiche di economia e investimenti, è Maria Franca Fissolo Ferrero, proprietaria dell’omonimo gruppo in seguito alla scomparsa del marito Michele. La Nutella è la principale responsabile della ricchezza di questa famiglia, il cui patrimonio ammonta a 25,2 miliardi di dollari. In tal modo la Ferrero, che punta sulle nocciole italiane come il proprio prodotto di punta, si è così affermata come l’azienda più abbiente d’Italia per il decimo anno consecutivo, da quando nel 2007 si impose Silvio Berlusconi, fino a un anno e mezzo fa proprietario anche della squadra di calcio A.C. Milan.

Al secondo posto di questa speciale classifica di miliardari capaci di trovare strategie vincenti di mercato uniche si trova Leonardo Del Vecchio, proprietario del gruppo Luxottica, la più grande produttrice di prodotti per la vista di qualità del mondo, presente in 150 paesi con i suoi negozi. Il patrimonio di Del Vecchio si aggira intorno ai 17,9 miliardi di dollari. In più, con la recente notizia della fusione con Essilor, il giro di capitale di quest’azienda è destinato ad aumentare vertiginosamente.

Al terzo posto si piazza invece Stefano Pessina, patron del gruppo Alliance Boots, uno dei principali grossisti farmaceutici e di cosmetici d’Europa. Fondata in Svizzera, con oltre 115.000 dipendenti, questa azienda distribuisce i suoi prodotti attraverso più di 3.000 punti vendita in tutto il mondo, soprattutto dopo il trasferimento della sede sociale da Zugo e Deerfield, nell’Illinois. Il patrimonio a disposizione di Pessina è di circa 13,4 miliardi di dollari.

Al quarto posto si piazza un’altra figura femminile: Massimiliana Landini Aleotti, proprietaria della Menarini, principale azienda farmaceutica italiana, che vanta un patrimonio di 10,4 miliardi di dollari.

Lontani dalla vetta mondiale

Il podio italiano, nel quale dal 2011 è sceso Silvio Berlusconi, il tycoon di provenienza italica forse più noto al mondo, è però lontanissimo dalle vette di opulenza mondiale. Sempre secondo i dati raccolti da Forbes e illustrati da Betway Casino con un infografica che riassume non solo le personalità più ricche ma anche i settori più proficui del panorama mondiale, l’industriale più ricco del mondo è al giorno d’oggi Jeff Bezos, CEO di Amazon. Il patrimonio di Bezos è stimato intorno ai 112 miliardi di dollari, ben 21 in più di quelli dichiarati da Bill Gates, creatore di Microsoft e da sempre uno degli uomini con il conto in banca più lungo del pianeta. A completare il podio mondiale sencondo Forbes e Betway è Warren Buffet, amministratore delegato di Berkshire Hathaway, per molti il più grande investitore di sempre, il cui patrimonio ammonta a 83 miliardi di dollari.

Queste cifre sono indicative di come in Italia anche i più ricchi siano piuttosto staccati dalle alte sfere degli investimenti mondiali, seppure continuino ad essere dei punti di riferimento in alcuni settori nei quali il Made in Italy fa sempre breccia, come ad esempio la moda. Non è un caso che Giorgio Armani sia il sesto uomo più ricco d’Italia, con un patrimonio di 6,6 miliardi di dollari, leggermente inferiore a quello della famiglia Berlusconi, quinta a quota 7 miliardi.

Così, mentre ditte storiche come Prada hanno sperimentato una caduta importante dal punto di vista del fatturato, la mancanza di investimenti e di volontà di assumersi rischi si evidenzia come prima causa del calo del patrimonio. Perché rinnovarsi è fondamentale per continuare ad essere un punto di riferimento: Ferrero docet.