La curiosa storia dei videogame di calcio

Esiste un mondo parallelo, ma neppure poi tanto, in cui giocatori sudano, provano gioie e dolori e si battono fino all’ ultimo secondo per vincere la partita della vita. Questa realtà è fatta di bit e pixel e non è poi così distante dallo spazio reale, quello verde e immacolato, in cui i nostri campioni si sfidano e noi stiamo a guardare. I videogame di calcio rappresentano da sempre alcuni tra i titoli più amati dai gamer, fin dall’epoca in cui irriconoscibili stanghette, approssimativamente colorate, suggerivano squadre e giocatori.

Qualcuno ricorderà forse Pelé’s Soccer il padre di tutti i videogame dedicati al calcio dove calciatori irriconoscibili si sfidavano in un triste torneo a due squadre. Era il 1980 e Atari mise in commercio il primo football gaming della storia. Il titolo è chiaro, le immagini all’interno del gioco un po’ meno, visto che la faccia di Pelé con la tecnologia a disposizione all’epoca compariva solo nella copertina della cartuccia della mitica consolle.

Ci vorranno degli anni perché i giocatori sugli schermi acquistino fattezze umane, passando dalle barrette orizzontali colorate, ai volti più noti del calcio mondiale. E in questa direzione un punto di svolta fondamentale l’ha rappresentato Kick Off che debuttò nel 1989. Rispetto al rivale Sensible Soccer, il videogame di casa Anco, sviluppato per Amiga e Atari ST, aveva una marcia in più, non da poco. Per la prima volta nella storia dei videogame di calcio comparivano nomi veri di giocatori e delle rispettive squadre. Tutto il resto: visi, maglie, sponsor, ecc. era lasciato alla fantasia del gamer.

Oggi questi videogame fanno parte della memoria storica del gioco del calcio al pari del pressing di Sacchi o delle uscite inopportune quanto spettacolari del portiere Higuita. Le nuove sfide si giocano a colpi di grafica, licenze, tornei multimilionari e operazioni di marketing che proprio a ridosso del mondiale si moltiplicano. E non solo tra le grandi case di produzione di videogame dedicati al calcio. Operatori come PokerStars, che opera nel settore del gaming online, ha deciso ad esempio di proporre ai suoi utenti speciali tornei Spin & Goal dedicati al Mondiale. Ispirati al mondo del calcio accompagneranno i giocatori per tutta la durata di Russia 2018 e oltre.

Dal canto suo FIFA per sfidare l’eterna rivale PES ha deciso di rilasciare un aggiornamento gratuito dedicato alla Coppa del Mondo di quest’anno. Con grande piacere tra l’altro dei giocatori italiani (il pubblico intendo) che avranno almeno la consolazione di condurre la loro squadra alla vittoria. Perfino Playmobil è scesa in campo con un tavolo verde portatile e con un set di nove squadre. Perché il calcio è passione che non conosce età si sa. Niente Italia purtroppo nel gioco Playmobil, ma del resto c’era da aspettarselo.

Se i mondiali rappresentano un’opportunità succosa per gli esperti di marketing e per le case di produzione videoludiche così come per  gli operatori di gaming online, è anche vero che si svolgono una volta ogni quattro anni. Ecco allora che i campionati e le varie leghe in giro per l’Europa e per il mondo rappresentano il terreno di sfida più redditizio delle case di produzione videoludiche. Una sfida giocata a colpi di licenze, quelle delle squadre di calcio, per rendere le competizioni quanto più realistiche possibili.

E poi ci sono i tornei di esport, nuovo business che coinvolge i marchi più importanti del settore videoludico a livello mondiale, primo fra tutti EA, i produttori di FIFA. Ma non solo, visto che squadre come la Roma o la Sampdoria hanno già messo in campo un proprio team di giocatori, pronti a competere con i gamer più forti d’Europa.