Storia del telefono e della connettività: come sono cambiate le abitudini?

Nel 1854, Antonio Meucci trovò un metodo geniale per riuscire a comunicare con sua moglie, che era costretta a rimanere a letto per un’artrite invalidante: inventò il telettrofono. Si trattava di un antenato del telefono, di cui però depositò il brevetto Alexander Graham Bell due anni dopo, “rubando” di fatto l’idea a Meucci. Riconosciuta la sua paternità a questo dispositivo che ha fatto la storia solo nel 2002, resta però il fatto che persino l’invenzione del telefono si è evoluta fino all’inverosimile.

Linea fissa? No, grazie

Ormai, una delle ricerche più frequenti sul web mira a scoprire le soluzioni per avere internet senza linea fissa. Perché dotarsi di un telefono fisso quando esistono i cellulari? Questa domanda retorica non coinvolge tutti, ovviamente, perché c’è ancora chi trova comodo effettuare le chiamate “alla vecchia maniera”, magari con un cordless che consenta di camminare comodamente per casa.

Eppure, l’idea di navigare su internet e sfruttare così tale linea per effettuare chiamate su WhatsApp o grazie a software dedicati al PC, viene adottata da molte realtà aziendali e da privati che prediligono questo sistema di comunicazione. Non bisogna però essere Generazione X o persino Boomer per desiderare fortemente una linea fissa: anche se questa abitudine si sta perdendo per una questione di costi e di comodità, rimane un punto di riferimento spesso irrinunciabile.

Dal telefono a disco all’iPhone

La composizione dei primi telefoni era molto semplice: vi erano un microfono e un altoparlante uniti da cavi elettrici alimentati a batteria. Per quanto concerne i numeri, per buona parte del Novecento bisognava sapere a memoria la sequenza e non sbagliare, pena il dover ricominciare sempre da capo. Vi era infatti un disco rotante che andava girato partendo dalla cifra corretta.

Per quanto riguarda la cornetta, invece, quella cosiddetta a candelabro aveva due parti distinte: all’orecchio si portava il ricevitore, mentre davanti alla bocca il trasmettitore, come un vero e proprio microfono. La cornetta come la conosciamo oggi arriverà solo successivamente agli anni Trenta.

Al disco si sostituisce poi il tastierino, magari di telefoni a parete intorno agli anni Settanta, mentre forse non molti sanno che il primo prototipo di cellulare arriva nel 1973, molto prima di quanto si immagini. Avviene a opera di un dipendente ucraino di Motorola, che mette a punto un sistema per parlare senza fili. La differenza con i telefoni di oggi, come gli iPhone, era innanzitutto nel peso, superiore a un chilo, nella mancanza di un display e, ovviamente, di software in grado di trasformarli in smart-phone veri e propri.

Telefoni moderni

Di acqua sotto i ponti, da quel 1973, ne è passata tantissima e da allora lo sviluppo dei cellulari moderni è rapido quasi quanto quello dei computer. Riconoscimento facciale e vocale, smartwatch che avvisano dell’arrivo di una telefonata, connessione alla rete e sistemi di pagamento con POS sono solo alcune delle frontiere raggiunte dai telefoni attuali. Tutto ciò che concerne la comunicazione, quindi, va in borsa o persino al polso, per cui non stupisce che persino la linea fissa sia da tanti considerata superflua.